MoneySign Suede, rapper americano di 22 anni, ucciso in carcere
Il rapper MoneySign Suede è stato colpito con diversi fendenti al collo: mesi fa aveva ricevuto minacce di morte dai detenuti
Il mondo della musica statunitense, in particolare quella rap, qualche giorno fa ha appreso la notizia della scomparsa della giovane star MoneySign Suede. L’artista, che aveva solo 22 anni, è stato colpito con un’arma da taglio al collo, mentre era nelle docce del carcere di Monterey in California.
L’episodio si è verificato, come riportato i maggiori media statunitensi, nella tarda serata di martedì 25 aprile.
Le guardie dell’istituto penitenziario Correctional Training Facility di Soledad, nella Contea di Monterey, hanno lanciato l’allarme in tarda serata, quando durante un normale controllo si sono accorte che il 22enne non era nella sua cella.
Dopo una lunga ispezione, i secondini lo hanno trovato riverso a terra nelle docce del carcere.
Sul posto è arrivato immediatamente il coroner della Contea, che a seguito di una prima ispezione cadaverica esterna ha accertato che le cause del decesso sarebbero da attribuire da profonde e letali ferite da arma da taglio al collo.
La notizia si è diffusa nell’istituto penitenziario nel mattino di mercoledì, lasciando sgomenti le persone più vicine all’artista. Successivamente la notizia è stata riportata su tutti i media.
MoneySign Suede doveva scontare una pena di 32 mesi per possesso illegale di armi da fuoco. Pena che risalirebbe a cavallo tra il 2021 e 2022 3 che sarebbe terminata tra circa 10 mesi.
MoneySign Suede aveva ricevuto minacce
Nonostante avesse solo 22 anni, Jaime Brugada Valdez, nome vero di Suede, stava riscuotendo già un discreto successo a livello nazionale. Il suo primo e unico album ufficiale, Parkside Baby, insieme agli altri singoli, contano già milioni di visualizzazioni su YouTube e stream su Spotify.
Ed è proprio per via del suo successo, che alcuni detenuti e amici del rapper hanno lamentato il fatto che lo stesso Suede non fosse stato spostato in un reparto del carcere più protetto.
Dubbi che aumentano se si pensa che nei mesi precedenti, lo stesso artista aveva già ricevuto minacce di morte da parte di altri detenuti.
Le autorità hanno dichiarato pubblicamente che le indagini sono in corso e l’obiettivo è quello di identificare il colpevole il prima possibile.
Nel frattempo i social si sono riempiti di messaggi di cordoglio per l’artista, arrivati da amici, parenti e fan.