Morte Alice Scagni, il racconto del marito: “Terrorizzati da Alberto”
Per anni la famiglia è stata terrorizzata da Alberto, Alice Scagni però continuava ad aiutarlo perché gli voleva bene
Tra le tante testimonianze sull’omicidio di Alice Scagni, c’è anche quella del marito Gianluca Calzona, che quella stessa sera ha assistito alla tragedia ed ha lanciato l’allarme ai soccorsi.
Le sue parole, riportate nei fascicoli delle forze dell’ordine, raccontano del declino del quadro psicologico del fratello Alberto e di come la famiglia era terrorizzata da lui nell’ultimo periodo.
Gianluca ha raccontato che lui stesso aveva smesso di rispondere al telefono, dopo che il cognato, preso dalle sue paranoie di essere spiato, lo aveva accusato di aver messo delle cimici nella sua stanza.
Alice Scagni voleva bene a suo fratello
Alberto, secondo le parole dell’uomo, faceva uso di alcol e sostanze stupefacenti e chiedeva continuamente soldi ai suoi genitori e a sua nonna. Alice gli voleva bene e nonostante la richiesta del marito di trasferirsi in un’altra casa di famiglia, lei continuava ad aiutarlo perché convinta che non le avrebbe mai fatto del male.
La situazione di Alberto sarebbe peggiorata dal 2013, dopo che la fidanzata lo ha lasciato ed ha perso il lavoro. Non è più riuscito a trovare un altro impiego ed ha vissuto alle spalle dei suoi genitori. I soldi non gli bastavano mai ed era arrivato a minacciare tutti in modo pesante, pretendendo sempre più soldi. Secondo il cognato, le sue ultime paranoie riguardavano la paura di essere escluso dall’eredità.
Le minacce di Alberto alla nonna
Prima di Alice, si era accanito con l’anziana nonna. Gianluca ha raccontato:
Alberto era andato da sua nonna, che vive nello stesso palazzo, a Sampierdarena. Dopo essere entrato in casa, aveva iniziato a minacciarla di non andarsene, se non gli avesse dato 50 mila euro. La nonna era riuscita ad allontanarlo mettendosi a urlare e attirando l’attenzione di una vicina, che aveva chiamato il padre di Alberto. Una settimana fa, invece, aveva bloccato la serratura ancora della nonna e, qualche giorno dopo, aveva rotto con un pugno il pannello della sua porta d’ingresso, tanto che avevano già ordinato una porta blindata e sarebbe arrivata fra un mese. Qualcuno aveva poi dato fuoco all’alloggio dell’anziana molto probabilmente Alberto.
La scorsa estate gli era stata anche ritirata la patente per guida in stato d’ebrezza.
L’omicidio del 1 maggio
Quel tragico 1 maggio, Alberto aveva minacciato i genitori, che avevano chiamato il 112. Nessuno però è intervenuto. La sera di quello stesso giorno, si è recato a casa della sorella Alice Scagni. Secondo il racconto del marito, la donna era scesa con il cane, quando all’improvviso l’ha sentita urlare. Gianluca si è affacciato alla finestra ed ha visto la tragica scena. Ha allarmato i soccorsi ed è sceso con un coltello da cucina, per paura di ciò che Alberto avrebbe potuto fare:
La sera del Primo maggio, intorno alle 20.40, Alice era scesa a portare fuori il cane, ma un minuto dopo ho sentito le sue richieste di aiuto. Mi sono affacciato alla finestra e l’ho vista aggredita da Alberto, che indossava un cappellino. Lui l’ha colpita più volte e io ho dato l’allarme, chiamando i soccorsi. Pure un vicino è intervenuto e io sono sceso subito, portandomi dietro un coltello per paura di ciò che Alberto avrebbe potuto fare.