“Pentito di averlo fatto”: le parole del fratello di Saman Abbas durante una chiamata con la madre
Sarebbe stato il fratello di Saman Abbas a mostrare la foto che ha scatenato la rabbia dei genitori: un bacio per le strade di Bologna
Sarebbe stata una foto scattata per le strade di Bologna a scatenare l’ira dei genitori di Saman Abbas e forse la causa del suo delitto. Si tratterebbe di uno scatto catturato per le strade di Bologna che mostra un bacio tra la 18enne pakistana e il suo fidanzato.
A mostrarla a Nazia e Shabbar sarebbe stato il figlio minore e fratello di Saman Abbas. In un’intercettazione del mese di agosto 2021, finita agli atti del processo, il ragazzo avrebbe detto alla madre di essersi pentito di aver mostrato quella foto pubblicata sui social dalla stessa sorella.
La conversazione è avvenuta su un’utenza pakistana, usata dai genitori, la mattina successiva al presunto delitto. Nazia e Shabbar sono fuggiti nel loro paese e ancora oggi risultano latitanti. Dietro le sbarre sono invece finiti i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq e lo zio Danish Hasnain, catturati in Francia e in Spagna.
Il processo inizierà a febbraio 2023 e tutti e 5 i familiari sono accusati della scomparsa e il presunto delitto di Saman Abbas. Presunto perché il corpo della 18enne pakistana non è mai stato ritrovato.
Agli atti del processo, è finito anche il racconto di uno dei due cugini. Una confessione che avrebbe fatto al suo compagno di cella. Ikram Ijaz avrebbe raccontato che l’autore del piano sarebbe stato il padre Shabbar, che insieme alla moglie avrebbe consegnato la figlia nelle mani dello zio Danish. Lui e l’altro cugino avrebbero tenuto ferma la ragazza, mentre lo zio la strangolava.
In seguito, sempre secondo il racconto del detenuto, Danish si sarebbe occupato di fare a pezzi il corpo, di caricare il sacco su una bicicletta e poi di gettarlo nel Po.
I Carabinieri però credono che le sue dichiarazioni siano credibili soltanto in parte e che, quindi, bisogna procedere con cautela.
Un altro elemento chiave finito agli atti, riguarderebbe un’intercettazione del padre Shabbar, durante una chiamata con un familiare in Italia.