Reality show colpito dalla maledizione: sono morti già in 8
Arrivano a un totale di otto le vittime del reality show, popolare negli Stati Uniti e in molte altre parti del mondo
La loro vita, condotta ad alto rischio, è diventata un appassionante reality show, Deadliest Catch, seguitissimo sia negli Stati Uniti sia in tanti altri Paesi. Per pescare il granchio reale nel freddo dell’autunno lasciano le coste americane, e si avventurano nel Mare di Bering, racchiuso a Ovest dalla Russia e a Est dall’Alaska. Un mare con condizioni climatiche estreme: vento, gelo, onde spesso altissime.
Reality: Nick McGlashan si aggiunge al triste elenco
Da quando il reality show ha debuttato sul canale Discovery, numerosi membri dell’equipaggio sono morti, ma non al lavoro, bensì a casa, a letto, addirittura mentre dormivano. E c’è chi grida alla maledizione. Anche se l’ultimo caso di decesso non pare presentare misteri. Difatti, il 33enne Nick McGlashan aveva ammesso lo scorso agosto di avere gravi problemi di dipendenza dalla droga.
La serie aveva subito un altro lutto lo scorso luglio, quello del 38enne Mahlon Reyes, colpito da un infarto nonostante numerosi accertamenti medici avessero dato un quadro di perfetta salute. Negli anni si sono susseguite varie tragedie, a partire dall’amatissimo capitano della Cornelia Marie, Phil Harris, stroncato, a 53 anni, da un ictus nel 2010.
Nel 2015 se n’è andato per sempre un secondo capitano, Tony Lara, colto da infarto a 50 anni. La sua scomparsa era stata doppiamente avvertita in quanto, poche settimane prima, uno dei producer del reality, il 25enne Joe McMahon, era stato freddato a colpi di pistola da un ex compagno di scuola, per ragioni mai chiarite.
Macabra scoperta
Un altro ex capitano, il 38enne Black Painter, del peschereccio Maverick, era stato rinvenuto senza vita nella sua residenza in Oregon, dopo che per diversi giorni non si era visto in pubblico.
Reality: vuoto indelebile
Giovanissimo pure Justin Tennison, 33 anni, del peschereccio Time Bandit, trovato morto nel sonno, nel 2011, probabilmente per un embolo. Ma delle disgrazie ha lasciato un vuoto indelebile soprattutto quella occorsa al padre del capitano attuale del Saga, smarrito durante una passeggiata nei boschi. Il suo corpo è stato rinvenuto nel 2012, a due anni dalla scomparsa.