Roberto non ce l’ha fatta, aveva cercato di togliersi la vita in prigione: la denuncia del papà

Il padre di Roberto ha denunciato quanto accaduto a suo figlio attraverso una lettera pubblica: "Non deve più succedere, stava male"

Roberto non ce l’ha fatta, si è spento dopo diversi giorni in coma, ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Civico di Palermo.

Tragedia Roberto prigione

Il ragazzo di 29 anni si trovava nella prigione della città ed era stato trovato in fin di vita nella sua cella, dopo che aveva cercato di togliersi la vita, con le lenzuola del letto.

Oggi il suo papà, attraverso una lettera inviata all’associazione Antigone, che da anni si batte per i diritti nelle prigioni italiane, ha voluto denunciare ciò che è accaduto a suo figlio.

Roberto non stava bene e nonostante cercasse l’aiuto dei medici, veniva ignorato. Soffriva il caldo e usava tutti i soldi della famiglia per comprare bottigliette d’acqua, alla fine è crollato.

Tragedia Roberto prigione

A soccorrerlo, come ha raccontato il genitore, sono stati gli altri detenuti, mentre le guardie si sarebbero limitate a chiamare un’ambulanza.

Il 29enne è arrivato in ospedale in gravi condizioni. È entrato in coma, ma da quel lungo sonno non si è più svegliato. Poche ore fa, è stata resa nota la notizia del suo decesso. Oggi il papà chiede che il suo messaggio venga diffuso e compreso, per aumentare la consapevolezza e far in modo che non accada mai più.

Le parole del papà di Roberto, un poliziotto in pensione

Roberto ha fatto quello che ha fatto perché, nonostante chiedesse aiuto ai medici per il suo stato di salute, veniva quotidianamente ignorato. Il caldo infernale lo ha distrutto, nonostante spendesse tutti i soldi che gli lasciavamo per comprare bottiglie di acqua per cercare sollievo e rianimarsi un po’. Alla fine è crollato dopo 15 giorni senza dormire. Sono un padre disperato (poliziotto in pensione), che vuole che queste cose non accadano più e che ci sia più attenzione verso questi ragazzi

Tragedia Roberto prigione

A soccorrere e a rianimare mio figlio sono stati gli altri detenuti, mentre le guardie si sono solo disturbate a chiamare un’ambulanza. Aiutatemi a far passare questo messaggio per poter aiutare chi si trova nella stessa situazione in cui si è venuto a trovare il mio figliolo. Grazie mille e prego affinché questo non accada più.

L’associazione Antigone ha reso pubblica la lettera del genitore ed ha sottolineato che solo nel 2022 ci sono stati oltre 60 decessi, detenuti che si sono tolti la vita. Persone che vivevano una vita di depressione, povertà, malesseri, esclusione sociale.

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), dopo quanto accaduto, ha pubblicato una circolare, per sollecitare tutte le prigioni del paese ad aumentare le videochiamate e le telefonate tra i detenuti e le famiglie.