Samarate, Alessandro Maja trasferito di nuovo in ospedale: è nel reparto di Psichiatria

Samarate, Alessandro Maja è stato trasferito di nuovo in ospedale: era arrivato nel carcere il giorno precedente

Era previsto nella giornata di ieri, venerdì 6 maggio, l’interrogatorio di garanzia per Alessandro Maja, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie e la figlia di soli 16 anni. Tuttavia, in queste ultime ore, dopo il suo arrivo nel carcere, l’uomo è stato trasferito di nuovo in ospedale.

ospedale maja
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Il padre di 57 anni, è ora nel reparto di Psichiatria, anche se non si conoscono bene le sue condizioni di salute. Dal giorno della tragedia, è sotto l’effetto di sedativi.

Il dramma di questa famiglia è iniziato nella mattinata di mercoledì 4 maggio, intorno alle 6.30. Nella loro villetta che si trova a Samarate, in provincia di Varese.

L’uomo per motivi ancora da chiarire dagli inquirenti, ha preso un cacciavite ed un martello. Per prima cosa ha ucciso la moglie Stefania che stava dormendo sul divano. Subito dopo è andato nella camera della figlia Giulia ed ha ucciso anche lei, mentre era nel suo letto.

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Quando è andato nella stanza di suo figlio Nicolò, quest’ultimo si era svegliato. Di conseguenza, è riuscito a sfuggire alla furia omicida di suo padre, ma ora è ricoverato anche lui in ospedale, in condizioni molto gravi.

L’uomo, inoltre, ha anche provato a togliersi la vita tagliandosi le vene, ma non è riuscito nel suo obiettivo. Infatti è uscito fuori casa ed ha chiesto aiuto ai suoi vicini. I sanitari hanno deciso di ricoverarlo in nosocomio, per sottoporlo a tutte le cure necessarie.

Alessandro Maja trasferito di nuovo in ospedale

Nella giornata di giovedì è arrivato in carcere e nella mattinata di ieri, Alessandro Maja si sarebbe dovuto presentare davanti al Giudice per il primo interrogatorio. Però, visto un peggioramento delle sue condizioni, hanno disposto di nuovo il trasferimento in ospedale, nel reparto di Psichiatria.

Dal giorno in cui ha commesso i due omicidi, è sotto effetto di sedativi, infatti gli inquirenti non sono ancora riusciti ad interrogarlo. Il suo legale Enrico Milani in un’intervista ha dichiarato:

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Non abbiamo avuto ancora modo di parlare con il nostro assistito. Non so se lo potremo fare oggi: sentiremo l’ospedale, se l’ospedale ci dirà che potremo comunque tentare un colloquio, andremo questo pomeriggio.