Strage di Samarate, spunta una nuova ipotesi dietro la furia omicida di Alessandro Maja

Strage di Samarate, trovato il problema che ossessionava Alessandro Maja negli ultimi tempi

Sono ancora in corso tutte le indagini della strage di Samarate, che si è consumata nell’abitazione della famiglia Maja. Gli inquirenti pensano che l’uomo sia arrivato a quelle condizioni psicologiche, per un lavoro che non è piaciuto e che per il quale, lui aveva anticipato i soldi.

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Non si conoscono ancora bene le motivazioni che hanno spinto l’uomo a mettere fine alla vita della moglie Stefania e della figlia Giulia.

I suoi familiari dicono che nell’ultimo periodo era diventato cupo e silenzioso. Il suocero in diverse interviste, ha detto che ha provato più volte a parlargli, ma lui non ha mai voluto rivelare le sue problematiche.

Dalle indagini è emerso che Alessandro Maja era ossessionato dai soldi e dai risparmi. Infatti più volte aveva rimproverato la moglie e i figli, perché aveva paura che sarebbero diventati poveri e non potevano più avere quel tenore di vita.

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Tuttavia, dai controlli svolti dalle forze dell’ordine sui conti correnti della famiglia, non è stato trovato nessun tipo di problema o di debito. Per questo i pm, hanno deciso di parlare con i due commercialisti che seguivano i conti dell’imprenditore.

Alessandro Maja era un geometra, ma si presentava come architetto. Dalle indagini svolte in questi ultimi giorni, è emerso che l’uomo era riuscito a prendere un lavoro per una nota catena. Avendo sbagliato il progetto, Maja si era convinto del fallimento. Aveva anche anticipato il denaro. I titolari dell’azienda non avevano gradito il lavoro finale. Per questo avrebbe deciso di compiere quel gesto estremo.

Strage di Samarate, l’accaduto

La tragedia di questa famiglia è iniziata all’alba del 4 maggio. Il padre in preda ad un furia omicida, ha preso un martello e dopo aver ucciso la moglie Stefania che dormiva sul divano, ha anche messo fine alla vita di sua figlia Giulia.

La ragazza molto probabilmente era sveglia al momento dell’aggressione. Questo perché il medico legale durante l’autopsia, ha trovato sulla sua mano una ferita che sembra essere compatibile con un tentativo di difesa.

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Alessandro Maja, inoltre, ha anche provato ad uccidere suo figlio Nicolò. Tuttavia, il ragazzo è riuscito a svegliarsi in tempo e a fuggire. Da quel giorno si trova ricoverato in ospedale, in condizioni molto gravi.