Strage in Belgio: i responsabili sono Nino e Paolo di origini italiane

La prima giornata del carnevale di Strepy-Bracquegnies nel Belgio si è trasformata in una vera e propria strage. Nel corso dell’evento, un’auto si è imbattuta nella folla provocando la morte di sei persone e 27 feriti. Stando alle prime indagini, i responsabili del disastro sarebbere Nino e Paolo, due ragazzi di origini italiane.

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Nella strage in Belgio che ha sconvolto il primo giorno di carnevale di Strepy-Bracquegnies sono coinvolti due ragazzi di origini italiane, Nino e Paolo. I due hanno circa 30 anni e sono cugini. Appassionati di belle macchine e velocità, i due stavano guidando una BMW serie 5 nera quando hanno travolto la folla.

Attualmente pare che non si tratti di un atto terroristico, bensì sembra esserci di mezzo un conflitto familiare. Il giudice incaricato del caso ancora non ha interrogato e ascoltato i due responsabili ma lo farà presto per scorpire le motivazioni che gli hanno condotti a commetere il gesto estremo.

Strage in Belgio a carnevale: le vittime, sei morti e 27 feriti

Per quanto riguarda le vittime, sembra che anche quest’ultime siano di origini italiane. Secondo le prime ricostruzioni della strage si contano sei morti e 27 feriti, di cui dieci sono in condizioni molto gravi.

Probabilmente le vittime avevano anche la doppia cittadinanza, tra questi ultimi troviamo: Fred Cicero, Mario Cascarano, Fredric D’Andrea, Laure Gara, Micaela e Salvatore Imperiale.

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Come possiamo ben osservare, i cognomi delle persone coinvolte nella tragedia hanno cognomi che evocano origini italiane, così come i nomi degli autori del disastro Nino e Paolo F. Alcuni feriti sono fuori pericolo mentre altri si trovano in gravi condizioni. Attualmente non siamo a conoscenza delle motivazioni che hanno spinto i responsabili ad investire un gruppo di persone che stavano festeggiando il carnevale. Secondo i beninformati, dietro un tale gesto potrebbe nascondersi un conflitto familiare. Presto il giudice incaricato del caso sottoporrà i 30enni all’interrogatorio.