Torino, la morte di Fatima non è un incidente: la ricostruzione degli agenti

Le risposte degli inquirenti sul comportamento del patrigno della piccola Fatima, morta a 3 anni dopo essere precipitata dal balcone

Dopo giorni di indagini, gli inquirenti sono arrivati a delle conclusioni sulla tragica morte della piccola Fatima, la bimba di 3 anni precipitata dal balcone al quarto piano del palazzo. Il patrigno è in carcere, ma la sua versione, visti i risultati degli esami, non sembra essere vera.

indagine fatima
CREDIT: FACEBOOK

Azhar Mohssine la sera della tragedia, in un primo momento ha detto agli agenti di non sapere cosa fosse successo alla piccola.

Tuttavia, pochi giorni dopo davanti al Gip, ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea. Ha raccontato che era a casa con alcuni suoi amici e che la bambina, figlia della sua compagna, era andata dopo cena nella sua abitazione per salutarlo.

Si sono messi a giocare a vola vola sul ballatoio, ma ad un certo punto non è riuscito a riprenderla. Per questo l’ha vista precipitare dal balcone, senza poter far nulla.

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Dall’autopsia però, la versione del patrigno non sembra essere veritiera. Per il medico legale la piccola Fatima non è caduta per un incidente, ma è stata gettata giù con violenza. Infatti non è atterrata al lato, ma quasi al centro del cortile.

Di conseguenza il comportamento dell’uomo è considerato irresponsabile. Visto che in casa con lui c’erano 3 suoi amici e stavano consumando alcol e droga.

Il cambio di versione della mamma della piccola Fatima

La madre Lucia Chinelli, in un primo momento, ha detto agli inquirenti di non aver visto nulla, ma di essersi affacciata solo dopo aver sentito le urla di sua figlia che stava precipitando.

Però, pochi giorni dopo, anche la donna ha cambiato la sua versione. Ha detto che era salita a casa del compagno con la bimba e che dopo una discussione, il 32enne ha preso la piccola e l’ha gettata dal balcone, provocando la sua morte. Era alterato a causa di quello che aveva bevuto.

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Gli agenti ora stanno ascoltando le testimonianze di 12 persone. Tre sono proprio gli amici dell’uomo che erano nella sua abitazione, ma ognuno di loro sta dicendo cose diverse. Saranno solo le indagini a dare delle conferme sulla terribile vicenda.