Tragedia, trovato il corpo del 25enne Giovanni Borsatti
Dopo le ricerche, i soccorritori hanno trovato il corpo senza vita di Giovanni Borsatti: aveva 25 anni ed era uscito per un'escursione
Tragedia in provincia di Lecco, dopo le ricerche i soccorritori hanno trovato il corpo senza vita di Giovanni Borsatti.
Aveva solo 25 anni, studiava medicina a Pavia e purtroppo, durante un giorno di vacanza con la famiglia, è precipitato in un dirupo.
Era uscito per un’escursione, conosceva bene quella zona dove possedeva una casa in cui trascorrevano le festività.
A lanciare l’allarme alle forze dell’ordine, erano stati proprio i suoi genitori. Non vedendolo rientrare a casa la sera precedente, hanno subito pensato al peggio.
Erano appena arrivati nella loro casa a Moggio, per le vacanze di Pasqua. Giovanni Borsatti conosceva quella zona e la sua famiglia mai si sarebbe aspettata di ritrovarsi a vivere una tragedia simile.
Le ricerche del giovane sono partite nella sera di mercoledì, dopo le 21. Soccorso alpino, forze dell’ordine, vigili del fuoco, protezione civile e un elisoccorso dell’Areu. Giovanni è stato localizzato intorno alle 2 di notte. I soccorritori hanno prima trovato il suo zaino a 1800 metri di quota e poi, un centinaio di metri sopra, il suo corpo ormai senza vita. Il ragazzo era caduto dall’alto.
Nessuno ha potuto fare nulla per salvargli la vita, se non recuperare il suo corpo per affidarlo all’autorità giudiziaria.
Lo strazio per la morte di Giovanni Borsatti
La famiglia è ora sotto shock, distrutta da questa perdita così inaspettata e straziante.
Anche il rettore dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia, che il 25enne frequentava, ha voluto pubblicare un post per mostrare vicinanza e cordoglio alla sua famiglia e per ricordare lo straordinario ragazzo che tutti conoscevano.
Giovanni ci ha lasciato all’improvviso, quasi come nel suo carattere. Era un ragazzo straordinario. Passo veloce. Sempre. In ogni cosa. E come sempre è corso avanti. La comunità del Collegio è inconsolabile, cerca nella vicinanza dell’amicizia e nel conforto nella fede, che Giovanni ha sempre testimoniato, la speranza per andare avanti. Siamo vicini alla mamma Silvia Fazzo, al papà Alessandro Borsatti, ai fratelli e alla sorella, perché Giovanni ci ha insegnato che la prossimità è autentica medicina. Alberto Lolli, rettore.