Vicenza, le ultime parole di Alessandra Zorzin prima di essere uccisa
Vicenza, le ultime parole di Alessandra Zorzin prima di essere stata uccisa dal suo killer: ecco cosa diceva
Continuano senza sosta le indagini per la morte della giovane mamma di 21 anni Alessandra Zorzin. I vicini prima dello sparo hanno sentito la donna urlare ed hanno detto agli inquirenti, tutto ciò che hanno sentito. Il suo femminicidio ha scosso tutta l’Italia, proprio per come si sono svolti i fatti.
Una vicenda che sembra essere ancora avvolta nel mistero. Gli inquirenti al momento sono alla ricerca del telefono della ragazza ed anche di quello del suo killer. Sono scomparsi dopo il dramma.
Il tutto è avvenuto intorno all’ora di pranzo di mercoledì 15 settembre, nell’abitazione a Montecchio Maggiore. Marco Turrin si è presentato dalla vittima, proprio come faceva spesso.
Tuttavia, dopo una breve conversazione hanno iniziato a litigare. I vicini prima dello sparo, hanno sentito Alessandra Zorzin che urlava. Diceva: “Ti prego, ridammi il telefono. Ridammi il telefono!”
È proprio dopo queste parole, che quelle persone hanno sentito il rumore secco. Il killer si è allontanato a bordo della sua Lancia Ypsilon nera. Alla fine, la sera stessa dopo aver capito di esser stato braccato dalle forze dell’ordine, ha deciso di togliersi la vita con la stessa pistola usata per l’omicidio.
Il movente e il ritrovamento del corpo di Alessandra Zorzin
È stato proprio il compagno a trovare il corpo senza vita della ragazza. Era sul letto, in una pozza di sangue. Aveva lo zainetto sulla spalla, poiché era pronta per andare a prendere la sua bambina.
Da una prima ricostruzione delle forze dell’ordine il movente dietro questo omicidio sembra essere legato alla sua ossessione nei confronti della 21enne. Marco Turrin voleva controllarla e voleva avere un posto importante nella sua vita.
Tuttavia, dopo la lite aveva capito che questo probabilmente non era possibile. Infatti ha deciso di prendere il telefono della vittima e di ucciderla, con un colpo di arma di fuoco all’altezza dello zigomo.
In quei due cellulari che al momento non si trovano, potrebbero esserci delle risposte importanti sull’accaduto. Per gli inquirenti, il killer se ne è sbarazzato prima di uccidersi.