(VIDEO) Solange Marchignoli, legale di Alessia Pifferi, ospite a Zona Bianca

Durante il programma tv Zona Bianca, il legale di Alessia Pifferi ha raccontato l'incontro in diretta

Il legale di Alessia Pifferi, Solange Marchignoli, è stata ospite al programma di informazione trasmesso su Rete 4, Zona Bianca.

Alessia Pifferi legale zona bianca

Davanti alla telecamere televisive, l’avvocato ha voluto raccontare la condizione della sua assistita e come è apparsa ai suoi occhi dopo il colloquio in carcere. La 37enne è ben consapevole di aver lasciato morire sua figlia, ma la cosa sembra non toccarla. O meglio, secondo Solange Marchignoli, la Pifferi è come chiusa in una bolla. Racconta la vicenda come se non riguardasse lei e non riesce a capire quanto l’opinione pubblica sia accanita per ciò che ha fatto alla piccola Diana:

Alessia Pifferi legale zona bianca

Non si è giustificata perché non era in grado di giustificarsi. Io ho visto una persona che, dal primo istante in cui l’ho incontrata, era una persona assorbita in una specie di bolla. Per cui non aveva emotività. Lei mi ha raccontato. Perché io le ho detto: ‘Senti tu sai cosa hai fatto’? Lo sa perché me lo ha raccontato, ma non c’è nessuna emotività. Non c’è un disegno di criminale lucida.

Secondo la difesa, quindi, Alessia Pifferi non sarebbe lucida e in grado di comprendere cosa l’attende ora e le gravi accuse contro di lei. Per questo, i suoi legali hanno richiesto la consulenza di esperti per una perizia neuroscientifica e psichiatrica. Lo scopo è quello di comprendere lo stato mentale della 37enne e capire quale sia stato il suo punto di vista quando ha deciso di abbandonare Diana per sei giorni.

Alessia Pifferi legale zona bianca

Gli avvocati della Pifferi hanno anche richiesto la presenza di un loro consulente durante gli esami sulle tracce di latte nel biberon, che saranno fondamentali per capire se Alessia abbia o no sedato la bambina. Per questo, i test sono stati rimandati. Nonostante il Pm li aveva anticipati vista l’urgenza del caso.

Se gli esami dovessero individuare tracce di ansiolitico nel latte, vorrà dire che la donna ha sedato la figlia per non farla piangere, impedendole di chiedere aiuto. Si tornerà all’accusa di omicidio premeditato e alla probabile condanna dell’ergastolo.