Vittorio Cecchi Gori ricoverato in terapia intensiva per un’insufficienza respiratoria
La notizia data dall'amico e addetto stampa della moglie: come sta Vittorio Cecchi Gori
Vittorio Cecchi Gori è ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Gemelli di Roma a causa di un’insufficienza respiratoria. A dare la notizia, durante la trasmissione tv Storie Italiane, condotta da Eleonora Daniele, è stato Angelo Perrone.
Angelo Perrone, addetto stampa e amico della moglie di Vittorio Cecchi Gori, ha spiegato alle telecamere della Rai, che l’ex senatore della Repubblica Italiana si era recato al Gemelli di Roma lo scorso lunedì. Doveva sottoporsi a dei semplici controlli, a causa di una bassa saturazione. Ma ieri, l’imprenditore è stato colpito da una grave insufficienza respiratoria e i medici hanno deciso di ricoverarlo nel reparto di terapia intensiva.
Vittorio era entrato al Gemelli per controlli previsti e legati ad una saturazione bassa. Poi ieri ha avuto una crisi respiratoria ed è stato trasferito in terapia intensiva, per insufficienza respiratoria.
I problemi di salute dell’imprenditore
Vittorio Cecchi Gori ha già avuto diversi problemi di salute in passato. Due anni fa, fu ricoverato a causa di una polmonite, durante la Pandemia. Lui stesso, dall’ospedale, fece sapere che non si trattava di Covid:
Ho solo una polmonite, niente Covid, che ho già avuto. Sono sereno, il fatto è che a 80 anni ci si indebolisce. Mi danno l’ossigeno, ma niente Covid.
Nel 2019, l’imprenditore venne ricoverato con urgenza, sempre al Gemelli di Roma, a causa di una appendicite con peritonite. E ancora prima, nel 2017, Vittorio Cecchi Gori venne ricoverato con urgenza a causa di un malore improvviso. Rimase in ospedale per oltre due mesi.
La condanna per Vittorio Cecchi Gori
Cecchi Gori è agli arresti domiciliari da diverso tempo, è stato condannato a 8 anni con l’accusa di bancarotta fraudolenta e altri reati finanziari. Dopo la condanna, arrivata nel 2020, la giustizia gli ha concesso i domiciliari per via dell’età avanzata, della mancata pericolosità sociale, delle sue condizioni di salute e del sovraffollamento in carcere durante l’emergenza sanitaria.