Latte di suocera: cos’è e quanti gradi ha

Il latte di suocera è un liquore molto forte e molto diffuso: ecco tutte le curiosità su questo superalcolico

La suocera è una figura molto controversa. Ecco allora perché si è deciso di dedicarle proprio un liquore potentissimo: il latte di suocera. Infatti, si tratta proprio di un liquore molto alcolico che viene utilizzato in diversi modi e con diversi scopi. Qui verranno analizzate le caratteristiche e gli impieghi più comuni di questo antico liquore.

Storia del latte di suocera

Il latte di suocera ha una storia che inizia moltissimi anni fa, anzi, secoli. Insomma, si tratta di un liquore di origine Ottocentesca che ha attraversato i secoli e gli anni arrivando ad essere creato ed utilizzato tutt’ora. La sua altissima gradazione, di 75°, lo rende un liquore altamente infiammabile.

Il liquore, come detto in precedenza, nasce intorno alla seconda metà dell’800 in provincia di Udine. in questione è stato creato dal ristoratore di Zugliano Bortolo Zanin. Il tutto prende origine partendo dallo spirito bianco: il ristoratore decise di distillare piccole gocce di vinacce provenienti dal suo vigneto personale, di lavorarle nel suo alambicco di rame battuto a mano, il quale attualmente si può vedere in distilleria.

Da questa lavorazione prese vita il latte di suocera. Il signor Bortolo Zanin, però, nel 1895, decise di allargare le qualità del liquore, iniziando ad ampliare la sua diffusione e produzione. Già nel 1900 vediamo come il prodotto iniziò ad arrivare ovunque, diffondendosi a macchia d’olio. Arrivò ben presto a essere venduto non solo in tutto il Veneto, ma anche in tutta la Lombardia e dintorni.

Oltre che all’altra gradazione e al nome particolare, divenne molto conosciuto e si diffuse così tanto anche grazie a delle dicerie che iniziarono a diffondersi intorno a questo prodotto. Infatti, si diceva che avesse anche del potenziale contraccettivo. Proprio grazie a questa diceria, il latte di suocera divenne un vero e proprio mezzo utilizzato per evitare gravidanze indesiderate. In particolare, si somministrava alle novizie per evitare di far aumentare troppe notizie dovute a degli atteggiamenti lascivi da loro attuati.

Sta di fatto che questa diceria andò avanti ad essere considerata vera per un bel po’ di tempo. Solo nel dopoguerra fu portata alla luce la verità. Infatti, furono condotti degli studi su questo liquore che sottolinearono come non fosse affare contraccettivo e come quella fosse solamente una storiella inventata intorno a quel prodotto. In compenso, però, portò molta fama al latte di suocera e a Bortolo Zanin.

Inoltre, possiamo trovare una storia simpatica anche per quanto riguarda il suo nome, decisamente molto particolare. Infatti, il nome latte di suocera deriva fondamentalmente dal suo effetto una volta ingerito. Il liquore, scendendo giù per il corpo, lascia un bruciore molto forte, dovuto principalmente al grande quantitativo di alcol. Proprio questa sensazione va a richiamare lo stereotipo della suocera acida e cattiva, che tutt’ora è ancora molto in voga. Insomma, ha dei connotati davvero particolari questo liquore di età così antica.

Dato l’enorme successo di questo prodotto, Bortolo Zanin mise su una distilleria, che fece parecchia fortuna. La sua fama divenne così grande che la sua distilleria è sopravvissuta all’oblio del tempo: oggi la Distilleria Zanin è ancora produttrice di questo liquore divenuto così famoso e apprezzato in tutta Italia. Anche l’etichetta sul prodotto è molto singolare: la bottiglia è solitamente nera, mentre vediamo spiccare un teschio bianco che va a riprendere il nome di latte.

Ingredienti e preparazione del latte di suocera

Drink

Come abbiamo detto, il latte di suocera è un preparato a base di alcol e, in origine, anche di vinacce distillate. Come già accennato in precedenza, la preparazione di questo prodotto è mutata nel tempo, a partire dai primi anni, quando Bortolo Zanin comprese la necessità di produrre più qualità, in modo da ampliare le vendite.

Il risultato che si deve ottenere, nella preparazione del liquore, deve essere non proprio similare a ciò che trasmette il nome. Infatti, il latte di suocera si presenta con un colore un po’ ambrato e con un odore che ricorda il caramello, con retrogusto di frutta e cacao. Questo, sicuramente, porta fuori strada, visto e considerato che l’alto tasso alcolico è tutt’altro che dolce e delicato: il bruciore, nella gola, è immediato. Infatti, si deve tenere a mente che è entrato nella top 10 dei liquori più forti al mondo per il suo altissimo tasso alcolico, pari al 70% del volume.

Per 1 litro di latte di suocera occorrono:

  • 500 ml di latte intero;
  • 1/2 baccello di vaniglia;
  • 500 g di zucchero;
  • 1 limone;
  • 500 ml di alcol a 90°.

Questi sono gli ingredienti necessari per la preparazione. Adesso si deve capire come si arriva alla produzione del prodotto. Bisogna, però, partire da una premessa molto importante: il latte di suocera viene prodotto in distillerie specializzate, con macchinari appositi. In questo articolo si vuole mostrare un metodo di preparazione casalingo, che è alla portata di tutti. Si cercherà, quindi, di riprodurre nel modo più fedele possibile l’antico liquore.

Ora, fatte tutte le premesse, si può passare alla preparazione vera e propria. Innanzitutto, bisogna procurarsi un grande barattolo di vetro a chiusura ermetica, che possa contenere il liquido durante la preparazione. All’interno del barattolo devono essere versati tutti insieme gli ingredienti: latte, zucchero, limone tagliato a pezzettini, baccello di vaniglia e alcol. In particolare, si deve fare attenzione al taglio del limone: si deve prima tagliarlo a fette sottili e infine a pezzettini. Se lo si inserisce tutto intero, si passa da latte di suocera al classico limoncello al latte.

Dopo aver messo tutto all’interno del barattolo, bisogna chiuderlo ermeticamente e lasciare il tutto in infusione per circa 15/20 giorni. Ogni giorno, per due volte al giorno, principalmente mattina e sera, si deve però scuotere energicamente il barattolo, lasciando il tutto ovviamente sigillato.

Trascorsi i giorno di infusione, bisogna procurarsi una carta filtro per i liquori. Questa deve essere utilizzata per rivestire un imbuto, attraverso il quale deve essere filtrato il contenuto del barattolo di vetro all’interno di alcune bottiglie selezionate. Anche queste, come si fa spesso con i liquori, devono essere sigillate. Infatti, sono il luogo di invecchiamento del prodotto, che potrà essere servito solamente dopo tre mesi all’interno delle bottiglie.

Questo è il procedimento standard per riprodurre questo antico liquore, che ha avuto così tanta fama nel mondo. Una piccola curiosità, però, può essere ritrovata nella sua preparazione originale. In particolare, infatti, si deve ricordare che nel lontano 1800 questo liquore veniva ricavato da bacche ed erbe alpine, veniva lavorato a freddo e poi miscelato con alcol. La raffinazione, invece, durava all’incirca 4 mesi e veniva praticata in una botte di rovere. Insomma, decisamente più diversa. Proprio questa sua origine da bacche ed erbe lo rende parte integrante dei liquori centerbe.

Ricette con il latte di suocera

Cocktail

Come spesso accade con i liquori, questi vengono utilizzati anche nella preparazione di altri prodotti. In particolare, il latte di suocera si può trovare alla base di diversi preparati.

Come primo preparato, si devono menzionare i cocktail. Con cocktail si intendono quei preparati di base alcolica che partono da un liquore e, con l’aggiunta di altri elementi, alcolici o no, vengono mischiati e serviti in un’unica bevanda. Per quanto riguarda il latte di suocera, questo viene principalmente utilizzato per la preparazione di cocktail flambé.

I cocktail flambé sono bevande che, come obiettivo, hanno anche un alto fattore scenico. Queste sono altamente alcoliche e, per stupire lo spettatore, devono prendere a fuoco. Proprio per il suo alto tasso e grado alcolico, il latte di suocera è utilizzato nella preparazione di questi cocktail particolari, dato che è di natura altamente infiammabile.

In alternativa a questi cocktail flambé, lo possiamo trovare anche all’interno di cocktail più ricercati o come variante di classici. Questo perché ha un carattere e un sapore davvero molto deciso e un retrogusto persistente che lo portano ad essere una base molto singolare, difficilmente amalgamabile con altri elementi. Il sapore rimane molto marcato e particolareggiato a prescindere da quello che viene inserito all’interno.

Un cocktail molto particolare, con alla base il latte di suocera, è, per l’appunto, l’Ammazzasuocera. Insomma, i nomi sono molto collegati e anche le essenze. L’Ammazzasuocera ha ben due liquori molto forti alla base: il latte di suocera e l’assenzio. Si tratta degli unici due ingredienti del preparato e, in pratica, rappresentano un mix micidiale.

Si mettono in egual misura all’interno di un mixer, si scuote tutto energicamente e si deve poi versare il risultato all’interno di uno shot. Insomma, il latte di suocera è già di per sé molto alcolico, ma mischiato all’assenzio è ancora più alcolico del normale. Si tratta di un mix molto forte e, sopratutto, molto gettonato.

Inoltre, c’è anche una storia nascosta dietro questo cocktail. Pare che sia nato durante un addio al celibato. Al bancone del locale, lo sposto stava chiedendo un cocktail e, nel frattempo, litigava con la suocera. Il futuro sposo, data la situazione scomoda, chiede al barman qualcosa di davvero forte che gli faccia dimenticare la suocera. Tra uno scherzo e l’altro, gli propone il mix formato dal latte di suocera, che fa vedere mettendo in mostra l’etichetta minacciosa, con il teschio, e l’assenzio. Oltre ad essere riuscito nel suo intento e scopo, l’Ammazzasuocera è diventato anche uno dei cocktail più in voga nelle serate alcoliche.

Preparati ispirati alla suocera

Immagine della suocera

Come l’avrete capito e come abbiamo sottolineato per tutta la durata dell’articolo, la suocera è una figura davvero particolare e molto controversa. Per secoli questo personaggio all’interno della famiglia corrisponde ad un elemento di discordia, di disappunto e di litigio. Proprio per questo motivo si usa spesso come un nominativo dispregiativo o, come in questo caso, per indicare qualcosa di amaro e forte.

Ovviamente, oltre al latte di suocera e all’Ammazzasuocera, esistono tantissimi altri preparati che richiamano la figura della suocera. In particolare, vediamo anche nel mondo dei dolci alcuni prodotti tipici. Tra tutti, la più famosa è la torta della suocera. Per quanto riguarda la storia di questo nome, ci sono diverse teorie, una diversa dall’altra.

La più gettonata è la versione secondo la quale una donna indaffarata del ventunesimo secolo si deve apprestare a preparare un dolce per l’arrivo della suocera, imprevisto e inaspettato, che dovrebbe avvenire di lì a poco tempo. L’obiettivo della donna è quello di preparare un dolce buono e in brevissimo tempo.

Gli ingredienti di questo dolce sono quelli standard:

  • 200 g di Farina 00;
  • 16 g di lievito istantaneo per dolci;
  • 200 g di zucchero;
  • 200 ml di panna;
  • 4 uova;
  • Zucchero a velo quanto basta.

Tutti questi ingredienti, una volta mescolati per bene, deve essere cotti in un forno riscaldato statico a 180°, oppure ventilato a 160°, per circa 40 minuti. Per verificare se la cottura è venuta su bene, si può sempre fare la prova dello stecchino: infilando uno stuzzicadenti nella torta, questo deve uscire fuori asciutto.

Un’altra ricetta con un nome similare, ma più simpatico, che richiama la figura della suocera sono le Lingue di suocera. Questa volta, però, non si tratta di un dolce, ma di un salato! Stiamo parlando di un preparato tipico piemontese, perfetto per aperitivi a base di snack croccanti. Anche qui, il nome fa molto sorridere e ricollega alla figura molto particolare della suocera.

Il nome è ispirato dalla forma dello snack. Si tratta di piccole sfogliatelle, a metà strada tra il pane e dei grissini, proprio a forma di lingua. L’appellativo di suocera, invece, è ispirato dal fatto che sono solitamente molto lunghe e, per questo, assomigliano alle lingue lunghe che si associano alla figura delle suocere. Insomma, solo belle parole per questi personaggi! In compenso, si tratta di un preparato davvero molto gustoso e molto in voga nella zona piemontese.

Gli ingredienti sono:

  • 300 g di Farina 0‘ oppure la 00 in aggiunta a quella per stendere;
  • 150 g di acqua;
  • 80 ml di olio extravergine di oliva più quello per pennellare l’impasto;
  • 2 rametti di rosmarino fresco;
  • 1 cucchiaino raso di sale.

Prima si inseriscono farina, sale e rosmarino in una ciotola. Poi si aggiungono acqua ed olio in un buchetto al centro e si inizia ad impastare, fino ad ottenere una palla che dovete ricoprire di pellicola trasparente e lasciata riposare per 10 minuti.

Nel frattempo, si deve accendere il forno e lasciarlo scaldare fino ad arrivare a 250°. Dopo aver ritagliato l’impasto in panetti, si deve iniziare a stenderli con l’aiuto della farina e del mattarello, fino ad ottenere delle strisce fine e lunghe.

Alla fine, il tutto deve essere messo in forno a 250° per circa 4 minuti al piano inferiore. Quando si formeranno delle bolle, il tutto deve essere spostato al piano superiore e lasciate cuocere per un altro mezzo minuto. Una volta finita la cottura, devono essere lasciate a rifreddare e, infine, servite con un po’ di sale sopra. Deliziose e sfiziose.