Elisa Pomarelli, la probabile causa della morte secondo un primo esame sul corpo

Elisa Pomarelli, i medici legali che hanno esaminato il corpo della 28enne hanno detto la loro opinione sulla probabile causa della morte

Dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Elisa Pomarelli, è stata ipotizzata la probabile causa della morte secondo un primo esame eseguito dai medici legali. Secondo gli inquirenti, Massimo Sebastiani l’avrebbe uccisa nello stesso giorno della loro scomparsa in un raptus di follia. Ecco cosa risulterebbe da una prima ricostruzione fatta dalle forze dell’ordine.

Massimo Sebastiani è stato trovato e arrestato ieri, 7 settembre 2019 con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. È stato lui stesso a condurre gli inquirenti sul posto dove giaceva sepolto il corpo di Elisa Pomarelli e a raccontare cos’è accaduto quel giorno e nei giorni seguenti. L’uomo avrebbe confessato tutto, durante le 2 ore di interrogatorio nella caserma piacentina di via Bevelora, dove è stato condotto dopo l’arresto. Insieme alle forze dell’ordine, Massimo Sebastiani si è recato sul posto dove aveva sepolto il corpo di Elisa Pomarelli.

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La 28enne era stata sepolta in una zona impervia di bosco di querce e carpini non molto lontano dalla casa del padre di una sua ex fidanzata. In questo momento, anche Silvio Perazzi, il padre dell’ex fidanzata di Massimo Sebastiani, è iscritto nel registro degli indagati, per favoreggiamento.

Il corpo di Elisa Pomarelli è stato trovato poco dopo l’arresto di Massimo Sebastiani: era stato sepolto sotto circa un metro di terra ed era nascosto da fogliame. Non ci sarebbero tracce di violenza sulla ragazza il che farebbe pensare a una morte per strangolamento.

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Il pm Ornella Chicca che conduce le indagini e e il comandante Piras hanno dichiarato:

“Non ci sembra un delitto premeditato, piuttosto un gesto improvviso anche se le motivazioni precise non sono state spiegate da Sebastiani”.

Solo l’autopsia che verrà eseguita nei prossimi giorni potrà chiarire la dinamica esatta dell’omicidio.

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Il comandante Piras ha precisato:

“Abbiamo stretto il cerchio attorno a Costa di Sariano battendo palmo a palmo i versanti delle colline e i boschi fitti che le ricoprono. Sebastiani è stato molto collaborativo e pare essere molto pentito di ciò che ha fatto. Nessun tentativo di depistare o negare, la confessione è stata completa, comprese le indicazioni sul luogo dell’omicidio. Non è però stato preciso nello spiegare come ha trascorso il periodo da latitante girovagando per la boscaglia. Ci è apparso molto provato e affaticato”.

Torneremo con aggiornamenti.