Pietro Genovese torna libero: il ventunenne deve scontare ancora 3 anni e 7 mesi

La Corte D'Appello ha eliminato l'obbligo di dimore per Pietro Genovese, ora è libero

Nel corso delle ultime ore sono giunti aggiornamenti circa il caso di Pietro Genovese, il ragazzo che investì con l’auto le 16enni Gaia e Camilla causando la loro morte. Il ventunenne è tornato libero a seguito della decisione della Corte D’Appello la quale ha eliminato l’obbligo di dimora. Scopriamo insieme i dettagli.

Da oggi Piero Genovese è un uomo libero. Al ventunenne che ha ucciso Gaia e Camilla investendole con la sua auto le restano tre anni e sette mesi da scontare. Dopo che la Corte D’Appello ha eliminato la misura dell’obbligo di dimora, adesso sarà il Tribunale Di Sorveglianza a decidere su come l’imputato sconterà il resto della pena.

Genovese Pietro

Nell’anno 2019 Pietro Genovese investì due ragazze che stavano attraversando le strisce pedonali. Le vittime in questione sono due ragazze 16enni, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Il ventiduenne stava partecipando ad una gara di sorpassi quando all’improvviso ha centrato le studentesse uccidendolo sul colpo.

ventunenne foto

A distanza di un anno dalla tragedia, Pietro Genovese venne condannato in primo grado a otto anni di carcere. In seguito a luglio arrivò il patteggiamento a 5 anni e 4 mesi in Appello e adesso la cessazione della misura dell’obbligo di dimora dalle 22 alle 7 del mattino.

Gaia e Camilla

Quindi in sostanza, questa è stata la pena scontata dal ragazzo: quattro giorni di carcere, 1 anno e sette mesi di arresti domiciliari. Adesso spetta al Tribunale di Sorveglianza decidere come il ragazzo dovrà sostenere il rimanente della sua pena, ossia tre anni e sette mesi.

Incidente stradale

Le famiglie di entrambe le ragazze non sono comparse nel procedimento in quanto hanno ottenuto il risarcimento. Tuttavia, la famiglia di Camilla si è espressa in merito alla questione tramite il suo legale Cesare Piraino e si augura che:

Il Tribunale di Sorveglianza valuti con serenità, serietà e rigore l’istanza di affidamento al servizio sociale allargato che proporrà il condannato.