Bambini in spiaggia, trucchi e regole per far sì che si comportino al meglio
Durante il periodo estivo è comodo avere qualche trucchetto per far comportare bene i bambini in spiaggia: ecco qualche consiglio utile a riguardo
Andare in vacanza al mare significa, per i genitori, riuscire a gestire i propri bambini in spiaggia. In alcuni casi non si incorre contro particolari problemi, ma in altri casi non risulta molto semplice. Ecco perché qui verranno dati alcuni trucchi e consigli per far sì che i propri bambini siano tranquilli in spiaggia.
Perché i bambini al mare fanno più capricci?
Di fatto, qualsiasi mamma si sarà chiesta perché suo figlio in casa abbia un atteggiamento, ma il spiaggia non si regga. Ecco, ci sono delle spiegazioni scientifiche per spiegare questo evento, molto più comune di quanto si possa pensare. A dare spiegazioni sono proprio alcuni educatori professionisti che hanno analizzato il problema.
Stando a quanto dichiarato, sembra che nel corpo di un bambino, la spiaggia ed il mare abbia un effetto eccitante. I fattori che rendono i bambini iperattivi, nonché anche irritati, possono essere differenti. Innanzitutto, si può vedere il fattore ambientale: c’è chi sostiene che il grande quantitativo di iodio e idrogeno faccia questo effetto. Inoltre, affianco a questi inseriamo anche il sole e il caldo, che creano sensazioni di nervosismo addosso.
Affianco a questi va inserito anche il cambiamento di routine. Al mare, si ha tutto uno stile di vita più sregolato, lontano dalla vita a casa: si mangia in orari diversi, ci si sveglia in orari diversi, si va a dormire più tardi. Questi cambiamenti rappresentano uno stress per il bambino, che si sente in condizione di dover manifestare il suo malessere.
Il primo consiglio utile, partendo da questo presupposto, è assecondare i propri bambini in ogni evenienza e situazione. Devono essere al centro della propria attenzione costantemente. Se il bambino vuole andare a fare il pisolino, perché quello è il suo orario, così deve essere. Se ha caldo si deve porre rimedio, come anche se ha fame. Non bisogna ingolfarlo, altrimenti la situazione si ritorcerà contro il genitore. Ora, detto questo, si può iniziare ad analizzare le varie situazioni in spiaggia che si possono verificare con dei bambini.
Bambini in spiaggia che non condividono i giochi: come gestirli
Ora, si è in vacanza da diverso tempo, una settimana circa. Si immagini che il bambino abbia fatto amicizia con il vicino di ombrellone. In mare tutto bene, l’acqua è un gioco comune, ma quando si arriva vicino le sdraio e si inizia a giocare con i giocattoli, ecco che si scatena l’inferno. Molti genitori prendono questo come un non saper condividere del proprio figlio, ma forse è qualcosa in più.
I bambini, specialmente quelli intorno ai 2 anni, è normale che abbiano questo senso di possessione. Di fatto, cercano di difendere i propri possedimenti e, allo stesso tempo, crearne altri acquisendo i giochi altrui. Insomma, il bimbo sta iniziando a creare il proprio senso di proprietà, molto comune in questa fascia d’età.
Quando il proprio figlio inizia ad urlare e a piangere perché non vuole in alcun modo condividere, ci può stare che i genitori si sentano in imbarazzo. Questo, però, non autorizza a fare mosse sbagliate. Di fatto, rimproveri e castighi non servono assolutamente a nulla. Piuttosto, c’è bisogno di tranquillizzarlo. Si deve far capire che non si sta perdendo nulla nel condividere paletta e secchiello. Bisogna supportarlo nella condivisione dei giochi, ma senza forzature o imposizioni. Questo, oltre che a risolvere la situazione, riuscirà a rafforzare anche l’autostima del piccolo e allo stesso tempo abbassa i livelli di ansia nell’approcciarsi con altri pari.
Cosa fare se i bambini fanno i capricci in spiaggia
Ora, i capricci causati nel non voler condividere si è capito come affrontarli, ma tutti gli altri? Innanzitutto, ci si deve chiedere perché il bambino faccia i capricci. Nonostante si pensi che i bimbi si alterino senza motivo, questo no può essere vero. Semplicemente gli adulti non riescono a comprendere il perché, magari perché non lo si reputa troppo importante. Sta di fatto che per il piccolo essere umano potrebbe rappresentare un disagio.
Il motivo più scatenante, sopratutto in vacanza, è la noia. Molto spesso, specialmente quando nei paraggi non ci sono troppi bambini, si può rischiare che il proprio figlio vada incontro a smanie di noia. Di fatto, non sa cosa fare, con chi giocare e come passare il tempo. Ecco perché il genitore deve essere abbastanza bravo da reinventarsi.
Ora, si sa che la fantasia appartiene solitamente ai bambini, ma anche gli adulti devono adattarsi alle situazioni che trovano. Quindi bisogna innanzitutto cercare di capire perché si annoia e poi fare la differenza. Se il bambino vuole giocare, si devono prendere secchiello e sabbia e costruire insieme un castello. Vuole ascoltare musica? Basta che l’iphone, al posto di utilizzarlo per se stessi, lo si utilizzi per far ascoltare l’ennesima canzoncina al proprio bambino. Se vuole andare a fare il bagno, lo si accompagna con pazienza e dedizione.
Per tutto il resto, bisogna dare sfogo alla propria fantasia. Insomma, si deve evitare che il bambino si annoi: per un genitore, la noia è il peggior nemico. Si deve essere certi che il proprio figlio sia sereno. Come detto precedentemente, la situazione in cui il bambino si trova non è delle migliori, perciò si deve attivare il cervello e trovare una soluzione per renderla fantastica.
Bambini che cercano attenzioni dai genitori di continuo
Allora, esistono due tipi di bambini in vacanza. Quelli che passerebbero tutto il tempo con i propri genitori, non lasciandoli un secondo, e quelli che invece non cercano altro che i propri pari. Entrambi hanno diversi modi di comportarsi, ma portano con sé diversi tipi di conseguenze. Per quanto riguarda tutti i figli che vogliono l’attenzione dei genitori, la situazione è più o meno questa.
Il bambino in spiaggia non chiede l’attenzione della mamma e del papà perché gli mancano o perché vogliono dare loro fastidio. Lo fa perché richiede il loro interesse, vuole la loro presenza. Per un figlio passare del tempo con i propri genitori non è mai scontato, sopratutto nella quotidianità. La vacanza, oltre ad essere un momento di cambiamento e, forse, anche di stress, per un bambino rappresenta anche il poter stare di più con mamma e papà. Durante la vita di tutti i giorni, non è semplice trovare del tempo da dedicare costantemente ai propri figli.
Ora, una cosa è certa. Il bambino cerca i genitori, ma questi, dopo aver avuto un periodo di forte impegno, vogliono solo rilassarsi. Ecco che iniziano tutte le sceneggiate da spiaggia che tanto mettono in imbarazzo un adulto. In questi casi, però, si deve essere bravi nel pensare a come non stressarsi e allo stesso tempo come rilassare i propri figli. Il modo migliore per evitare crisi isteriche in pubblico è giocare d’anticipo.
In vacanza si ha decisamente più tempo, quindi si deve cercare di salvaguardare quello dedicato a se stessi. Prendere l’iniziativa con il proprio bambino riuscirà a tranquillizzarlo in seguito. Perciò, si deve provare ad organizzare qualcosa per lui. Si devono sedere i genitori per terra per primi ed invitare il proprio bambino a giocare con la sabbia, oppure ad andare a fare il bagno, oppure a fare una lotta con i gavettoni. Insomma, dovete far capire al piccolo che non siete degli estranei e che la sua felicità per voi è importante.
Bambini che non vogliono stare fermi in spiaggia
Esistono anche quei tipi di bambini che ai genitori non danno la minima attenzione. In particolare, sono quei bimbi talmente tanto distratti da ciò che accade intorno, da non voler passare del tempo con mamma e papà. Per questo genere di bambini, la spiaggia è un territorio da conoscere ed esplorare.
In questi casi, le possibili situazioni sono due: o il bambino non sta fermo un secondo, oppure lo si perde di vista e si va nel panico. Spesso questo capita con dei figli iperattivi, ossia con tutti quei bambini che hanno una quantità di adrenalina in corpo da far paura. Questo genere di infante lo si riconosce dalla scarsa attenzione verso ciò che dovrebbe ascoltare, dal fatto che non riescono a stare fermi un secondo. Ecco, questi sono tra i più pericolosi.
Si tratta di quel genere di figlio da non poter perdere di vista un attimo, per paura che vada troppo lontano o che si faccia male. Questo genere di ansie sono più che giustificate, ma vanno controllate e domate nel modo giusto. Ciò significa che non si deve mettere collare e museruola al bambino, ma lo si deve lasciar sfogare. Le attività all’aria aperta, in questi casi, sono sempre le più consigliate. Infatti, correndo, saltando e giocando, il bimbo riesce a sfogare tutta l’iperattività accumulata e si arriva a sera che crolla addormentato.
Se si è in villaggi o lidi organizzati, si può provare ad iscriverlo al progetto di animazione del luogo. Qui, con altri bambini e con delle attività da svolgere, la sua mente sarà sicuramente occupata e riuscirà a non pensare a quanto ci sia intorno. Bisogna tenerlo occupato e, per evitare che si dissoci, tenerlo il più possibile in mezzo ai bambini della sua età.
Organizzarsi per evitare disagi
Partire prevenuti ed organizzati è sempre la cosa migliore. Se si era abituati a fare i viaggi programmati all’ultimo, questo lo si deve evitare. Con dei figli non si può pensare di partire all’avventura, anche perché una vacanza diventerebbe un incubo. Quindi, il discorso base è questo: bisogna essere abbastanza preparati da non lasciare nulla al caso.
In questo senso, è importante avere dietro tutti gli strumenti utili per far sì che non si debba tornare in casa a prendere cose. Quindi, una borsa capiente è quello che serve. All’interno si può mettere di tutto: creme, asciugamani, cibo, occhiali, bevande da tenere al fresco. Per quanto riguarda l’abbigliamento, magari è il caso di evitare bikini sexy e sostituirli con costumi più forti e resistenti, anche se femminili. Magari un bel costume intero, che quest’anno vanno molto di moda.
Per quanto riguarda il punto nel quale prendere l’ombrellone, anche qui bisogna essere furbi. Si consiglia di prenderne uno il più vicino possibile alla riva. Questo sarà un forte aiuto per ogni genitore. Infatti, si può pensare di stare allungati sul lettino e guardare da lì il proprio figlio, che gioca sulla battigia. Inoltre, importanti sono anche gli orari. Si deve evitare di andare in spiaggia nelle ore più calde, altrimenti si rischia di far prendere un’insolazione al piccolo.
Infine, per andare e tornare dal mare ci sono dei consigli utili. Quando si viaggia, lo si deve fare controcorrente. Nel senso che si devono scegliere quegli orari che, seppur scomodi, garantiscano di andare in modo tranquillo, senza impiegare ore per fare una fila in autostrada. Stesso discorso vale anche per il ritorno: si deve viaggiare in quegli orari del giorno nei quali le persone dormono o mangiano. Infine, se si va al mare in giornata si deve tener conto anche di minimizzare i tempi. Quindi, la doccia va fatta allo stabilimento, prima di ripartire. Questo perché se il bambino dovesse addormentarsi, sarebbe pulito.
Giochi da fare in spiaggia
Impiegare il tempo in spiaggia, per un bambino, può risultare un’impresa pindarica. Questo perché loro non vedono il mare come un momento di relax, ma lo vedono come un luogo di gioco e divertimento. Per questo si deve essere bravi nel non deludere le loro aspettative. Quindi, ecco qualche giochino divertente e fuori dal comune che si può fare in spiaggia, oltre al solito castello di sabbia.
Salta coniglio, salta!
Questo gioco include tutti, dai più grandi ai più piccoli. Si deve chiedere a tutti i bambini di saltellare come coniglietti. Ad un certo punto qualcuno urla “arriva la volpe!” e tutti i bambini devono fermarsi. Devono tutti stare fermi fino a quando qualcuno non viene detto “pericolo passato!” e tutti possono muoversi. Chi si muove, quando si deve stare fermi, è eliminato.
La corsa dei bicchieri
Questo gioco anche è molto dinamico. In questo caso bisogna dividere i bambini in due squadre e segnare un punto d’arrivo. Ad ogni bambino si deve dare un bicchiere con l’acqua. Ad un certo punto si chiede ai bambini di correre fino al traguardo con i bicchieri piedi d’acqua. Chi arriva fino alla fine senza rovesciare nulla vince.
Il groviglio umano
Si sceglie un giocatore, nominato lo sbrogliatore. Questo si mette da parte e aspetta che i partecipanti formino il groviglio umano. Questo si forma quando i giocatori si prendono per mano o si collegano in qualche modo per poi incrociarsi tra di loro senza lasciarsi. Dopo che si saranno tutti ingarbugliati, arriva lo sbrogliatore. Lui dovrà risolvere la situazione la situazione dicendo ai concorrenti cosa fare per uscire dal groviglio.