Binge eating, il disordine compulsivo di chi mangia sempre

Binge eating, cos'è? Quali sono i sintomi? Come si riconosce e come si cura il disturbo alimentare

Binge eating, ne avete mai sentito parlare? Come l’anoressia e la bulimia è un disturbo alimentare che non dobbiamo mai sottovalutare. Scopriamo insieme che cos’è, come si manifesta, con quali sintomi che non devono essere minimizzati. E come si cura.

Sintomi Binge eating

Il Binge Eating Disorder (BED), altrimenti definito anche come disturbo da alimentazione incontrollata, è un disturbo del comportamento alimentare. Il termine inglese letteralmente significa “abbuffata di cibo” e si manifesta quando una persona mangia tantissimo cibo in un lasso di tempo decisamente breve. Il disturbo si presenta quando il soggetto interessato non riesce ad avere il controllo di quello che sta facendo. Perde il controllo sia di cosa sta mangiando sia di quanto sta mangiando.

Il disturbo da alimentazione incontrollata, secondo l’ultima versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5), parla di ricorrenti episodi in cui il soggetto che ne soffre si abbuffa. Per soffrirne questi episodi devono verificarsi in media una volta a settimana per tre mesi. Di fatto il binge eating è mangiare in un periodo di tempo relativamente breve una quantità di cibo maggiore rispetto a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e nelle stesse condizioni del soggetto.

Come altri disturbi dell’alimentazione, anche per quello che riguarda il Binge Eating Disorder sono stati condotti diversi studi, che hanno scoperto che a soffrirne di più sono le donne, anche se per gli uomini si tratta del disturbo più comune legato all’alimentazione. Si parla di stime del 40%, contro il 10-15% della bulimia nervosa e il 5-10% dell’anoressia nervosa, che colpiscono con misure decisamente maggiori le donne. Anche se esistono molti casi di uomini, soprattutto giovanissimi, che soffrono di bulimia e anoressia.

Di solito il disturbo insorge in età adulta, ma non esiste un intervallo di età specifico: può comparire in qualsiasi momento della propria vita. L’OMS ha stimato che la frequenza del disturbo è in crescita in modo proporzionale alla crescita e alla gravità dell’obesità. Ne soffre almeno il 20% delle persone obese.

Riconoscere ogni disturbo alimentare è fondamentale: bisogna capire i sintomi, a volte molto  subdoli e non così evidenti, e come si manifesta, per capire come intervenire, aiutando chi ne soffre. Perché da ogni disturbo dell’alimentazione si può uscire. A patto di permettere a professionisti di aiutare con tutti i mezzi che abbiamo oggi a disposizione.

Binge eating

Quali sono le cause

Al momento non sono ancora le cause che spingono i soggetti affetti da Binge Eating Disorder ad abbuffarsi di cibo in poco tempo, ripetendo a distanza di poco lo stesso comportamento in modo ossessivo e distruttivo. Ci sono diverse ipotesi al vaglio dei ricercatori, che cercano di spiegarsi cosa possa scatenare nella mente degli individui che ne soffrono.

Di solito il disturbo alimentare si può scatenare per uno stato depressivo in cui vive il soggetto. Gli esperti sottolineano però che ancora non è chiaro se sia la depressione a scatenare il disordine dell’alimentazione o, al contrario, sia il Binge Eating Disorder ha provocare depressione in chi ne soffre.

La malattia potrebbe essere favorita da disturbi dell’umore e da momenti difficili in cui il soggetta prova rabbia e frustrazione o semplicemente è annoiato. L’autostima gioca un ruolo fondamentale, così come traumi e problemi vissuti magari in tenera età che potrebbero aver lasciato cicatrici che non si vedono, ma che riaprono di continuo ferite che non si possono rimarginare da sole.

Infine, è bene sottolineare che questo disturbo può essere ricorrente in alcune famiglie, tanto da pensare che esista una sorta di predisposizione genetica a soffrirne o meno.

Tra i fattori di rischio più comuni, già individuati dagli esperti, che dobbiamo tenere in considerazione ne citiamo alcuni:

  • traumi durante l’infanzia
  • disturbi depressivi dei genitori
  • tendenza all’obesità
  • esposizione a body shaming
  • modalità di alimentazione
  • peso non costante nell’età della crescita e in età adulta
  • fattori genetici
  • fattori ormonali (insulina, adiponectina, leptina, grelina)
  • livello culturale basso

Pazienti malati di Binge eating

Sintomi, come si riconosce

Quali sono i sintomi più comuni? Quali le caratteristiche che possono spingerci a credere che noi stessi o persone a noi vicine possono soffrire di questo disturbo alimentare? Sicuramente gli episodi di abbuffate frequenti e continue sono il campanello d’allarme principale che ci deve preoccupare. Se notiamo un soggetto o che noi in prima persona abbiamo degli attacchi di questo tipo, delle vere e proprie crisi in cui porteremmo alla bocca qualunque alimento ci capiti a tiro, senza avere fame o appetito e senza nemmeno gustare quello che stiamo mangiando, forse dobbiamo considerare di soffrire di binge eating.

Altri sintomi che di solito si associano al disturbo da alimentazione incontrollata e all’ossessione del cibo, ingerito in maniera praticamente compulsiva, e che riguardano la sfera psicologica sono:

  • la bassa autostima
  • un calo dell’umore
  • un’immagine negativa del proprio corpo allo specchio

Altro fattore che potrebbe indurre a capire che si soffre di disturbo da alimentazione incontrollata è il fatto che il peso corporeo aumenta non in maniera costante, ma in modo decisamente altalenante. Un effetto yo yo provocato dalle abbuffate che non sono continuative, ma che si manifestano con un certo periodo di distanza le une dalle altre.

Infine, non dovremmo nemmeno sottovalutare le conseguenze che questi comportamenti hanno sulla nostra salute, fisica e psichica. Tra i rischia cui si va incontro possiamo citare malattie cardiovascolari, diabete, tumori maligni, apnee del sonno e, in linea generale, obesità e complicanze che questa condizione porta con se.

Da ultimo, non dobbiamo dimenticare l’impatto che questo problema potrebbe avere sulla vita quotidiana e sulle relazioni sociali della persone che ne soffre. La cattiva immagine che si ha di se, sia fisicamente sia psicologicamente, per quello che si fa ossessivamente, insieme ai risvolti psicologici che la condizione porta con se, di sicuro può causare difficoltà nelle relazioni con le altre persone, invitando il soggetto ad isolarsi dal resto del mondo. Di sicuro la qualità della vita peggiora in maniera graduale man mano che il disturbo progredisce incatenando, di fatto, i pazienti affetti a peggiorare in ogni aspetto.

Binge Eating diagnosi

Binge eating, come si diagnostica

Diagnosticare il Binge Eating Disorder non è semplice. Anche perché chi ne soffre nega nella maggior parte dei casi di avere un problema. E questo rende difficile la diagnosi, così come l’intervento con trattamenti idonei a risolvere il problema. Di solito vengono utilizzati dei criteri per stabilire se si tratta di questo disturbo o meno.

I criteri utilizzati attualmente sono contenuti all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V) e sono i seguenti:

  1. Episodi frequenti di abbuffate che si associano almeno a uno dei tre sintomi che seguono:
    • Mangiare in modo più veloce rispetto alla velocità con cui si mangia normalmente
    • Mangiare fino a sentirsi pieni
    • Mangiare enormi quantitativi di cibo anche se non si ha appetito o fame
    • Mangiare da soli, senza nessuno intorno, perché ci si vergogna di quello che si sta facendo
    • Provare depressione, senso di colpa, rifiuto di se stessi per quello che si è appena fatto
  2. Provare disagio di fronte a comportamenti bulimici
  3. Le abbuffate devono avvenire almeno due giorni la settimana per un periodo di 6 mesi per essere presente in considerazione

Bisogna distinguere il Binge Eating Disorder dalla bulimia nervosa. Nel primo caso, infatti, all’abbuffata di cibo non seguono comportamenti volti a tenere sotto controllo il peso, come avviene invece nel primo caso, tramite vomito, lassativi, digiuno, esercizio fisico estremo.

La gravità del disturbo, poi, viene di solito valutata in base alla frequenza con cui questi episodi avvengono. Si parla di intensità:

  • lieve se si è in presenza di 1-3 episodi a settimana
  • moderata se si è in presenza di 4-7 episodi a settimana
  • grave se si è in presenza di 8-13 episodi a settimana
  • estrema se si è in presenza di 14 o più episodi a settimana

In Italia, così come nel mondo, esistono dei centri diagnostici specializzati in questa e altre malattie dell’alimentazione.

Disordini alimentari, binge eating

Come si cura

Il Binge Eating Disorder si può curare? Si tratta di un disturbo molto complicato da trattare, perché arriva a coinvolgere diversi ambiti della salute di ogni individuo. La patologia va affrontata con un team multidisciplinare che comprende psicologi, psichiatri, ma anche dietisti, educatori al movimento e persino endocrinologi se si ipotizza che la causa possa essere ormonale.

Esistono trattamenti e terapie che si possono sfruttare per poter uscire da una situazione dalla quale sembra possibile uscire. Il primo passo è quello di ammettere di avere un disturbo dell’alimentazione, affidandosi solo ed esclusivamente a professionisti, come psicoterapeuti o medici specializzati che possono aiutare l’individuo, anche dal punto di vista psicologico, a trovare la giusta via d’uscita.

Di solito si può agire tramite terapia farmacologica, utilizzando farmaci antidepressivi. Di solito vengono utilizzati i serotoninergici, dei medicinali che agiscono come inibitori della ricaptazione della serotonina. Insieme alla terapia farmacologica deve essere aggiunta anche una terapia psicologica, per poter prendere coscienza del proprio corpo e delle proprie abitudini, per arrivare così alla soluzione del problema step by step.

Le sedute di psicoterapia possono essere individuali o di gruppo e non mancano anche altre tipologie di terapie comportamentali o di auto aiuto, anche attraverso l’ausilio di manuali, che possano aiutare le persone che soffrono del disturbo a uscirne il prima possibile. Prima di causare danni ben più seri e gravi alla loro salute, fisica e mentale.